Lo studio si
ispira all'idea delle Wunderkammern o "Camere
delle Meraviglie", quelle collezioni che nel XV e nel XVI secolo
e fino all'epoca barocca univano curiosità naturali vere o reinventate,
bizzarrie preziose, rarità importate dai "Nuovi Mondi" ad
un cosmorama alchemico e alla complessa ed arcaica strumentazione scientifica
dell'epoca. Punto d'incontro privilegiato con il "fantastico",
l'impossibile, il "meraviglioso", esse erano teatro di artifici
umani e naturali.
Il percorso artifico di Gigi Bon si attua proprio raccogliendo
e creando oggetti di grande forza evocativa, magiche tracce
di un mondo perduto,
figure inquietanti e capaci di assumere sempre nuovi significati a
seconda dell'ordine in cui sono disposte, nel segno di una "logica della
meraviglia". Nascono così gli animali metamorfici in bronzo
che recano impressa la "cifra" veneziana, incarnata da elementi
tratti dal repertorio architettonico, dall'immaginario artistico e dalla
vita quotidiana della città. La volontà è quella
di riunire un complesso di cose apparentemente inconciliabili, ma legate
da una desueta comune significazione, in un luogo ostinatamente astratto
dalla realtà. Dietro la superficiale semplicità delle immagini,
si cela, arcana, la complicata alchemia stilistica delle escogitazioni,
incrocio bizzarro di forme e significati.
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