Brenner, Edith


"Un pensiero per te"

olio su tela - 40x50

 

"La casa delle rose"

olio su tela - 50x70

Brenner Edith, pittrice e grafica di fama internazionale. Di origine ungherese, nata a Budapest il 23 dicembre 1932 ma vissuta a lungo in Italia. Ha allestito mostre personali a Roma, Pescara, Venezia, Catania, Taranto, Reggio Calabria, Firenze, Parigi, New York, Lugano etc. Ha partecipato a numerose collettive e concorsi, ottenendo premi e riconoscimenti di rilievo. Nel 1984 è stata insignita a SENATORE ACCADEMICO dell'Accademia Toscana "Il Macchiavello" di Firenze. Ha esposto su invito nella Galleria Modigliani di Milano e le è stato assegnato l'Oscar della Cultura dalla Galleria Centro Storico di Firenze per l'opera "Il lago della vita". Nel 1997 inoltre ha ricevuto il Premio Città di Roma. Ha cominciato a dipingere come autodidatta, ma con grande passione ed un'ispitazione vitale e forte, pregna di un individualismo impetuoso ed irrinunciabile, pitture ad olio su tela, con un disegno dalle linee morbide e duttili e dai colori puri e scintillanti fino ad essere considerata una delle massime esponenti della pittura naif con note oniriche, fantastiche e di realismo magico. Di lei hanno scritto i critici: Baccelli, Baglioni, Bonavita, Calabrese, Falconi, Margonari, Masi, Moretti, Pagliata, Prete, Rivosecchi, Rubini, Tallarico.

Lo storico dell'arte Anna Iozzino ha scritto: "Le sue opere hanno la capacità di coniugare semplicità espressiva ed elementi surreali e per alcune intuizioni creative sono originali e uniche nel panorama artistico, come quello della trasformazione degli alberi in uomini, capovolgendo un topos letterario di origini classiche. In questa trasformazione l'albero assume i sentimenti, gl'istinti, i miti ed i riti umani". Presiede all'armonia del ritmo compositivo sempre uno struggente sentimento d'amore per la vita e la natura. Quest'artista ha saputo fondere i propri ricordi e le proprie esperienze coreutiche mescolandole al milieu culturale magiaro, creando immagini della nostalgia e della memoria di un'infanzia e di una giovinezza felici, spensierate e ricche di curiosità per i suoni, i colori, i movimenti e le possibilità espressive della materia-colore. A quattro anni dalla sua scomparsa, avvenuta il 6 febbraio del 2000, viene ricordata a Roma, nella galleria Testa, dagli amici, dagli artisti, dai critici che l'hanno conosciuta e seguita nel suo lavoro e dalla figlia Eleonora Gyurus che ha ereditato il suo bisogno creativo e ama comporre poesie.