Montevago





Al Maestro Montevago

Ibam forte via sacra, sicut meus est mos…me ne andavo, un po’ per caso, lungo la via sacra, come è mio costume. Ed è così che invece di incontrare l’intellettuale tedioso descritto da Orazio, abbiamo incontrato un uomo artista. Sacralità e casualità. Non te lo aspetti così come invece è. Lo immagini consapevole della fama che ha raggiunto, magari incline a commentare gli altri. Lo immagini come non è. Porta con sé la serenità di chi ha vissuto e visto. Si corona di un eloquio calmo e caldo di un accento che rimane, fiero come la sua terra, accanto a te che gli sei vicino. Non trovi in lui i suoi colori. Li intravedi quando ti guarda e ti parla per dirti che ha già capito. E ne sei sicuro. La sacralità di un’arte che pervade il mondo, a dispetto del mondo, si unisce alla casualità dell’incontro. Ed i suoi colori, il suo rincorrere l’emozione attraverso un salto e poi un altro contenuto in una tela, sempre troppo piccola per quello che sa e quello che può dirti. E la casualità dell’incontro che pensavi possibile e che ti ha già colpito a fondo, nell’animo. Questo è incontrare Montevago.

 


Prima l’Uomo e poi il Maestro ma uniti nel suo sguardo sincero, carico di cose non dette. L’arte, la sua arte non è la sola a parlare per lui. Lo fa soprattutto l’emozione che incontri nella sua arte. E lui e la sua storia, i suoi colori e i suoi ricordi assieme ti fanno pensare che sia giusto stare un po’ con lui. Con lui e con la sua esperienza che deve trovare dove calarsi come una drappeggio morbido attorno ad una cosa possibile. E’ così che il Maestro Montevago è diventato il Direttore Artistico del Museo. Perché hanno parlato i suoi occhi, ha parlato il suo silenzio che aveva capito tutto. Ed è per questo che il Museo si attende molto da lui. Perché sa, perché sappiamo!

 

Roberto Cavallaro
Primo Consigliere

 

 

Biografia

 

Montevago nasce a Catania il 31 luglio 1929, anche se viene registrato all’anagrafe solo tre giorni dopo, il 3 agosto, con il nome di Giovanni. Figlio di un fabbricante di fusti di legno e di una titolare di un negozio di moda, è ultimo di tre fratelli, uno psicologo e uno pedagogo impiegato nella pubblica amministrazione cittadina. A Catania il Maestro frequenta tutto il ciclo scolastico, fino all’ottenimento del diploma di perito tecnico industriale, che gli dà l’occasione di accrescere il suo interesse verso l’arte, permettendogli di sviluppare disegni tecnici e particolari. Questo interesse era già presente in lui per merito del maestro Miluzzo, maestro di disegno, che si sarebbe successivamente avvicinato ulteriormente all’arte mediante la creazione e gestione di una galleria, in cui esponeva i propri lavori, a differenza del discepolo, le cui prime mostre sono mostre collettive, allestite con altri allievi in svariati centri culturali della zona, che si sono protratte fino agli anni ’50, quando un cugino italo-francese, da parte di padre, porta 30 suoi disegni a Parigi per esporli nella galleria di un amico.

 

 

A 21 anni Montevago parte per il servizio militare, destinazione Orvieto, Terni e infine Roma, dove resterà per i diciotto mesi della leva, ma non senza aver provato anche l’esperienza del teatro comico e delle imitazioni, in cui si cimenta dando vita a una compagnia teatrale per la quale recita con lo pseudonimo di Nico Vanni. Di ritorno dal periodo militare, si dedica alla pittura, specialmente alle vernici e agli smalti. In questo periodo non incontra altri maestri, poiché questo suo interesse per il sintetico lo porta a lavorare come tecnico presso uno stabilimento romano.

 

Nel 1957, ventottenne, si sposa con una stilista, e mantiene la residenza Catania, anche se ci sta saltuariamente, fino al 1961, quando si trasferisce con la famiglia a Roma, dove, impiegato dello stabilimento, ne controlla l’organizzazione e la vendita fino al 1965. Il capitolo mostre inizia a Catania, con esposizioni collettive, per poi passare a Bologna, trasferito dalla società, dove espone alla Galleria della Bottega, in cui, a 35 anni, presentato da Giorgio Giordani, finalmente presenta la prima personale. Un anno dopo, Montevago torna a Catania, dopo la fine del rapporto di lavoro con la ditta di vernici, a causa della sua decisione di dedicarsi solamente alla pittura. Inizia così un periodo di allestimento di diverse mostre in varie città della Sicilia, anche se nella sua città natale, il Maestro ci resta poco, e decide di tornare a Roma, dove espone i propri lavori alla Galleria Il Porto e conosce vari artisti, tra i quali Turcato, Guidi, Perrone, Monachesi, Vangelli, e, a Bologna, Borgonzoni e stringe una forte amicizia con lo scultore Giovanni de Lucia.

 

All’inizio degli anni ’70 trasferisce la propria base a Milano, allora capitale dell’arte, dove la sua prima mostra è alla Galleria Il Vertice, grazie all’interesse di Navarra, che ha acceso anche l’interesse di altri galleristi come Alberto Schubert e la galleria Ponte Rosso, che al Maestro dedica anche una piccola monografia. Nel 1977 Montevago decide di provare ad esporre all’estero e la sua prima tappa è Nizza, grazie a un amico che gli trova un atelier. Questo periodo tra Milano e Nizza dura dieci anni, durante i quali, nel 1985/86, Montevago espone anche alla Galleria Montreaux di Parigi, al Museo di Nancy e al Club des Artistes.


L’anno dopo torna a Milano, dove tra il 1992 e il 1993, allestisce alcune mostre importanti. Le sue opere sono esposte in numerose collezioni sia pubbliche che private, tra cui spicca la mostra dal titolo “La Sicilia.Le dimensioni della parola. Il piacere della civiltà” presso Villa San Carlo Borromeo, in cui sono esposti più di 1300 lavori (1999-2000).